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Primarie di coalizione il 18 aprile
Pubblicato da GIUSEPPE MELONI in Politica • 09/04/2010 17.01.22
UNIONE SARDA
CRONACA REGIONALE
La decisione del direttivo del partito. Ma i vertici locali possono confermare gli uscenti: improbabile il ricorso agli elettori per il caso Nuoro
Il Pd: primarie di coalizione il 18 aprile
Venerdì 09 aprile 2010

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L e primarie sono lì, come una pistola sul tavolo: che forse sparerà e forse no. Il Pd decide di farle e fissa una data, anzi due: domenica 18 aprile per il voto, martedì 13 per la presentazione delle candidature (con 1.250 firme, non più 2.500). Schema da riproporre agli alleati che hanno già detto no all'ipotesi di consultare gli elettori.
Sarà però rispettato lo statuto nazionale dei democratici, che prevede la riconferma di presidenti e sindaci uscenti se i vertici locali del partito danno il via libera con una maggioranza del 60 per cento. Per essere chiari: a Nuoro difficilmente si faranno primarie. Oggi l'assemblea provinciale riproporrà Roberto Deriu: per la minoranza del Pd, il dissidente Efisio Arbau avrebbe titolo per depositare le firme e sfidarlo. Ma dovrebbe prevalere l'interpretazione contraria.
IL BIVIO È la sintesi della direzione regionale del Pd. Riunione delicatissima, lo dimostra la presenza di Davide Zoggia della segreteria nazionale. E il fatto che vogliano intervenire tutti i big, da Antonello Cabras a Renato Soru (protagonista di un'accesa lite con Giuseppe Pirisi). Alla fine il segretario Silvio Lai ottiene un mandato unitario, senza votazione. Il sospetto è che ciascuno lo intenda in modo diverso.
Primarie sì-primarie no è appunto il tema del dibattito. Lai, nell'introduzione, illustra il bivio tra la necessità di creare la coalizione più ampia possibile, mostrando generosità con gli alleati, e quella di ribadire le regole andando a primarie (con chi ci sta) per risolvere i casi più difficili. La prima opzione convince la maggioranza interna ma anche il leader della minoranza bersaniana, Giampaolo Diana: «Serve un accordo che consolidi il più possibile la coalizione. Le primarie sono uno strumento utile, ma non a così breve distanza dal voto». Chi invece le pretende è l'area Barracciu-Franceschini.
LO SCONTRO La stessa Francesca Barracciu, con Marco Espa e altri, chiede che la direzione si esprima con una votazione. Un modo per prepararsi a esprimere una posizione contraria, se si rinunciasse a consultare gli elettori. Renato Soru insiste molto sul caso Arbau, chiedendosi perché non gli si conceda di contendere a Deriu la candidatura. L'ex governatore se la prende poi col segretario cittadino di Nuoro, che ha chiesto agli organi di garanzia «i necessari provvedimenti» (cioè l'espulsione) per Arbau. A Soru replica Pirisi: tra i due la ruggine è antica, e si riaffaccia con una lite verbale molto aspra.
LA SINTESI La soluzione finale si affacci nell'intervento di Cabras, che rivendica le primarie ma ricorda la regola pro-uscenti dello statuto nazionale (Zoggia concorderà sul punto). Lai difende gli uscenti ma soprattutto richiama «il documento sottoscritto dalle forze politiche del centrosinistra il primo marzo scorso», in cui si sceglieva insieme di «usare le primarie se non c'è una sintesi condivisa».
«Un metodo democratico, che evita le spartizioni», commenta Antonio Biancu, coordinatore del comitato che aveva elaborato regole comuni per dare la parola ai cittadini. Rigettate però successivamente da alcuni partiti, tra cui l'Idv. Nella direzione del Pd si respira disappunto verso i dipietristi, che in base alla propria forza elettorale accampano molte pretese. C'è il dovere di tenerli in considerazione, magari lasciandogli il sindaco di Nuoro, e la tentazione di reagire con una prova di forza ai loro veti, come quello su Graziano Milia a Cagliari.
GLI SCENARI Ora si attendono le reazioni degli alleati all'accelerazione del Pd. Tutto può accadere, anche che le primarie si facciano ovunque ma non a Nuoro. O che rispuntino a Sassari, dove sembrava pacifica la ricandidatura di Alessandra Giudici: ma lì la maggioranza del Pd non ha il 60 per cento necessario per evitare la consultazione. E l'area Franceschini potrebbe nuovamente cercare di raccogliere le firme su un altro nome.
GIUSEPPE MELONI

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