TEMPIO PAUSANIA

 

11-08-04, pag. 5, Olbia

 

 

In edicola l’ultimo numero della rivista «Gemellae»



  TEMPIO. Chi non ne ricordasse il nome (e come dimenticarlo però?), potrebbe sempre fare affidamento sulla memoria visiva. “Gemellae”, la rivista culturale che viene stampata a Tempio da cinque anni, è infatti uno di quei prodotti editoriali così caratterizzati che difficilmente si rischia di non riconoscerlo. Le sue copertine valgono sempre come un invito alla lettura: policromatiche, concettuali, sottilmente ammiccanti. L’ultima, poi, è di quelle che lasciano il segno. Un olio su tela di Nadia Addis intitolato “Trasfigurazione” in cui è evidente il proposito dell’artista di concedersi ad una sorta di gioco prospettico fatto di linee, contorni e distanze. L’ultimo numero di “Gemellae” dà ampio spazio questa volta ai temi storici, un po’ pungolato forse dall’indice dell’Almanacco Gallurese di Giovanni Gelsomino da pochi giorni nelle edicole e nelle librerie sarde, di cui, in apertura, viene presentata una dettagliata recensione. Seguono un breve saggio di Giovanni Landriscina sul marchesato di Orani e i suoi rapporti con la Gallura e un resoconto, a firma di Giulia Bardanzellu, sul convegno dedicato al castello di Longonsardo. Francesco Cossu prende in esame l’opera prima di un promettente scrittore tempiese, Daniele Carbini, e Donatella D’Addante intervista il noto storico Giuliano Procacci sulle varie accezioni, positive e negative, che il revisionismo può assumere nella ricerca storica. Una corposa serie di interventi viene dedicata al tema delle fate sarde, le janas, di cui Anna Sanna ripercorre la genealogia nella tradizione e nella mitologia sarde. Alle janas è dedicata anche buona parte della sezione narrativa. Chiude la rivista la pagina delle recensioni in cui viene fatto il punto su quanto di interessante si può trovare ultimamente in libreria. (g.pu.)