“Meta Morphosis”
apre domani, in mostra le opere di 15 artisti
TEMPIO.
Titolo più azzeccato difficilmente glielo si sarebbe potuto dare. “Meta Morphosis” è infatti una parola
(più di una parola, a dire il vero) che racchiude in sé una pluralità di
significati. Tanti quante, si potrebbe dire, sono
le espressioni e le forme di arte contemporanea esposte nella mostra che,
organizzata dalla rivista culturale “Gemellae”,
porta proprio questo titolo. Una mostra da non perdere assolutamente per il
numero degli artisti e delle opere che vi saranno ospitati
e per il lasso di tempo piuttosto concentrato, non più di cinque giorni, in
cui sarà possibile visitarla. Tutto questo all’interno dei locali del
Palazzo Pes di Villamarina
che si affaccia su piazza Gallura, da domani,
giorno in cui sarà inaugurata alle 18,30, al prossimo 11 luglio. Gli
artisti di Meta Morphosis sono quindici, tutti
uniti dal fatto di avere in qualche modo collaborato con Gemellae per la realizzazione
delle copertine. Ora la redazione della rivista ha deciso di rendere
omaggio agli artisti che con le loro opere hanno contribuito a renderne più
appetibile il prodotto. Artisti diversi, dai nomi più o
meno noti, esponenti di modi estremamente vari di intendere l’arte.
Questi i loro nomi: Salvatore Achenza, Valeria Crasta, Còrdova, Gavino Ganau, Roberto Graffi, Join Group, Gianfrancoiì Lattuneddu, Davide Mura, Luigi Musa, Tomaso Pirrigheddu, Mario Pischedda,
Simone Sanna, Ariane Schuchardt,
Ezio Sotgiu e il pugliese Carmelo Tau Fiorentino, autore di una delle ultime copertine di Gemellae. Manca all’appello
qualche nome. Poche, giustificabili defezioni che non intaccano il valore
della grande mostra antologica il cui unico limite
è semmai quello di sostare a Tempio pochi giorni. Un
monito per chi non vorrà assolutamente perderla. Se Gemellae riconosce con
gratitudine i meriti degli artisti che hanno consentito la riproduzione in
copertina delle loro opere, questi, decidendo di partecipare alla mostra,
hanno dimostrato di voler continuare a sostenere l’attività della rivista.
Nata quasi come un foglio che è cresciuto negli anni in pagine e qualità, Gemellae continua infatti
ad essere un’eccezione nel panorama della piccola editoria culturale della
Sardegna, tanto più che ora inizia a diventare anche dispensatrice di
iniziative di altro tipo. Vive del contributo di pochi sponsor e delle
offerte dei lettori. Manca ancora di una capillare distribuzione, come sa
bene chi vorrebbe che fosse presente in tutte le librerie della Sardegna,
ma niente esclude che uno dei prossimi obiettivi della redazione possa
essere proprio questo. Quello che l’ha sempre caratterizzata è la varietà
dei suoi contenuti, caleidoscopica e intrigante come le sue policromatiche
copertine. Fedele in ciò al tema conduttore della mostra, sorta di tributo,
come si legge nel depliant di presentazione, a quell’arte
che si può intendere come “la sola strategia consentita all’uomo per
strappare la maschera di un mondo che sembra voler sfuggire a qualsiasi
tentativo di identikit. Oltre la forma, dunque, su
un piano dell’essere di cui solo gli artisti e i poeti potrebbero forse far
parola”. Giuseppe Pulina
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