Gemellae N. 42

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In silenzio e immobile

In silenzio e immobile restai;
come se l'altrui consiglio - accorto -
risultasse penoso
per l'anima mia.
Per timore tacqui;
per vergogna tacqui;
per schiavitù tacqui;
occupata in mentali meccanismi
spazianti in ogni dove.
Fantasticai,
figurandomi di scrivere parole
traboccanti gli argini
del quaderno mio;
sospirai,
impedendomi di colmare sentimenti
infinitamente puri
del cuore mio.
Parve all'anima
che il vigore delle emozioni
sfumasse i contorni del sogno
fino a perdersi sullo sfondo;
parve all'anima
che la forza delle sensazioni
fosse una schietta chimera
che presto sarebbe sfumata.
Risvegliai dal sonno
nodi che tacevo,
che ammontavo,
che mettevo da parte…
Ciò che rimase dell'amorosa passione
furono vuoti incolmabili;
fisse incertezze;
muti segni superstiti,
caduti in letargo
per il grande disuso…


Isabella Vanini



Distanze

Sono perle
che non luccicano
queste mie
notti che s'allungano
tra nostalgici silenzi
per poi domandarsi
prevenuti di non risposta:
perché non sei tu
a cullare
questo desiderio di tepore
che s'infrange dentro
riecheggiando vulnerabili
immagini
forse inutili
di troppa non curanza
decantate
conseguenze inevitabili
di obbligata distanza
dalla bocca tua

Aldo Pintus


Senza titolo

Un sonno trentennale copre il tuo volto
Vero.
Venticinque anni per l'esattezza profondo
(Cinque autunni occorsero per addormentarti
Tra le foglie di gelso,
Lievi custodi della tua mano,
Tiepida custode).
Non posso svegliarti,
Bello, tu, di un sonno così bello.
E tu dormi
mentre in me si affastellano le intemperie
che distruggono i raccolti
e fanno volare le bestie domestiche.
Ciononostante,
questo gelo che mi s'incunea tra il cuore e lo stomaco
questo livido vento esotico che sbrana le guance a morsi spietati
questa grandine esasperante che isterilisce le idee
queste rapide imbizzarrite che come streghe che ridono
inghiottono la mia zattera nel conato penoso di una cascata nera
Saranno per te
Il sottofondo di un sogno
La melodia tra le ciglia
Il canto di una cicala
Che si fermò
Quando il bosco
Urlò
E piansi.

Antonangelo Coradduzza
 Associazione Culturale Gemellae

gemellae@tiscali.it