Gemellae N. 42

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Intervista a Clavier Salizzato

regista e critico cinematografico

di Dario Bertini

Ho saputo dell'interessamento dello sceneggiatore, regista e critico cinematografico Claver Salizzato, all'epopea e storia personale della giudicessa sarda Eleonora D'Arborea, in seguito alla "soffiata" di un amico.
Ho incontrato il regista di I giorni dell'amore e dell'odio - Cefalonia negli uffici della "C.I.C." (Cinema International Communications) del produttore G. Colombo (La Maschera di Cera - La Sindrome di Sthendal - Senso '45), a viale Mazzini.
Era reduce da una riunione produttiva proprio a riguardo della nuova pellicola soggetto della nostra intervista, e nonostante le precedenti ore di riunione e l'orario adibito alla pausa pranzo che avremmo coperto, si rese immediatamente e gentilmente disponibile all'incontro.

Nasce spontaneo chiederle da subito da dove è nata l'idea di trarre un film dalla vita di Eleonora D'Arborea, un personaggio che è conosciuto più a livello locale (Sardegna) che a livello nazionale.

Io sono un appassionato di storia come si può evincere dal soggetto del mio primo film: la strage di Cefalonia. Ciò che prediligo raccontare sono le vicende umane con la Storia sullo sfondo, un qualcosa che altri registi come l'amico Enzo Monteleone tendono a seguire, lui forse più in chiave minimalista, io invece, amando il cinema americano più che l'italiano o europeo, mi incentro sull'epica delle storie, su questo afflato epico che le avvolge.

Una scelta che deriva forse dalla sua formazione con registi come Alessandro Blasetti e Sergio Leone...

Sì....è chiaro, Blasetti lo conobbi pochi anni prima che morisse...e poi venne Leone, indubbiamente due maestri dell'epica. Così subito dopo il mio primo film mi appassionai alla storia di questa principessa, ed impazzii per aver scoperto un'eroina del trecento.....

Una nostra Giovanna D'Arco?

Sì, non avevo scoperto un'eroe, ma un'eroina, un personaggio difficile da trovare nella Storia italiana. Tu hai giustamente citato Giovanna D'Arco, sulla quale hanno realizzato pellicole sia americani che francesi, ma ricordo anche Elisabetta d'Inghilterra ed altri grandi figure internazionali portate sul grande schermo.
Anche la nostra eroina, come molte di quelle europee citate, si muove nel medioevo, un epoca ingiustamente ritenuta difficile per le donne. Nelle mie ricerche sul medioevo ho scoperto che la figura femminile nel medioevo era tenuta in maggiore considerazione di quanto si pensi. Parliamo non dell'alto medioevo, ma del basso, dal trecento al quattrocento, ove si trovano grandi figure femminili: poetesse, condottiere, soldatesse, regine, principesse di enorme valore che determinarono la vita del loro Paese, la vita dell'Europa.
Per cui ho ritenuto interessantissimo raccontare la storia di una donna, che mi azzardo a definire "femminista" ante litteram, anche se so che nel trecento il femminismo non era lontanamente contemplato, che è stata una donna, una madre, una moglie, una principessa, una condottiera, una guerriera, una legislatrice di enorme importanza.

Con la "Carta de Logu"?

Sì, la Carta de Logu è stata la base legislativa su cui è stato stilato lo Statuto Albertino. Anche se nelle mie ricerche ho scoperto che la stessa Carta de Logu, la "Carta del Luogo", si basava sullo sistema legislativo romano.

Quali caratteristiche, tra le tante di un personaggio così complesso è completo, come lei ha prima ricordato, hanno determinato il suo interesse?

Credo fondamentalmente la sua anima...alla Giovanna D'Arco....la sua anima guerriera, indomita.
Particolare è come in una figura femminile che dalle cronache appare bella, alta, nonostante il volto sfigurato da una cicatrice, estremamente muliebre conviva una vis estremamente virile. Una donna che ha vissuto sessant'anni, si è sposata a trenta, ha avuto piena libertà d'espressione e d'azione.....insomma una donna moderna vissuta nel trecento dello scorso secolo. Credo si faccia difficoltà addirittura oggi, nel 2004, trovare una donna che abbia la stessa forza e convinzione d'idee di Eleonora D'Arborea.

Al di là delle difficoltà che potrà incontrare il pubblico nell'appassionarsi ad una figura che credo gli sia sconosciuta o quasi, penso vi sia una seconda scommessa in questa operazione produttiva: il percorrere il filone storico sul grande schermo. Oggi è per lo più un genere trattato dalla fiction televisiva, che difficilmente trova riscontro di pubblico al cinema.

È una sfida, ma purtroppo io non riesco a scrivere commedie, con rammarico, perché se riuscissi a farlo con lo stile dei Billy Wilder, sarei molto felice. Ho un temperamento drammatico che associo alla storia, mia formazione scolastica, ed anche quando insegno cinema lo faccio sempre da un punto di vista storico, mai semiologico o altro. In realtà ciò che cerco di fare, non è ricostruire la Storia del periodo di Eleonora, ma descrivere la psicologia e la personalità di questa incredibile figura inserendola nel suo contesto storico, ove la Storia rimane sullo sfondo.

Quindi che ruolo ha la Storia, solo semplice scenografia?

No, per me la Storia è il teatro delle azioni del personaggio, e cerco di riscoprirla in chiave moderna. Oggi abbiamo incontrato il probabile direttore della fotografia del film Blasco Giurato, e con lui cercheremo di ricostruire il medioevo con ottica moderna, un po' fantasy. Così si capiscono alcune mie licenze poetiche ed aggiunte: ho inserito la figura di un'antagonista di Eleonora che è il suo totale contrario, a partire dal colore della pelle che può identificarla come Saracena o medio orientale. Nella realtà storica vi è la figura del duca Salisburg, d'origine celtica, che chiamavano Salisbo, italianizzandolo, ed io lo trasformato in un higlander, un immortale, che morirà solamente per salvare la vita di Eleonora. Oltretutto la "mia" Eleonora diviene addirittura un cavaliere templare, cosa che non è poi troppo fantastica se si pensa che nel simbolo dell'Arborea campeggia una croce rossa da templare. E' naturale che gli eventi che portano Eleonora ad abbracciare quest'ordine cavalleresco siano da me totalmente romanzati, probabilmente lei non gli ha mai incontrati, anche se nel duecento si sa che vi furono delle presenze dei templari in Sardegna e proprio nella zona di Oristano. Quindi si ha un gioco tra realtà ed irrealtà.

Quali invece i fatti storici attinenti alla vita di Eleonora ha riportato senza romanzarli?

La mia storia di Eleonora si ferma alla grande battaglia con l'esercito aragonese ed i feudatari di tale esercito, che si sostiene che non esser mai avvenuta, anche se a Sanluri (CA) tutt'oggi la si rievoca. Il finale vede Eleonora proclamare gli intenti di riunificazione ed ordine che poi la porteranno a conquistare ed unificare l'isola, relegando gli aragonesi entro poche fortezze sulle coste.

Quindi manca il finale drammatico che invece colpì la principessa d'Arborea e diede campo libero alla riconquista aragonese: la peste?

Sì, manca, ma perché seguendo lo stile americano porta a concludere il film con un apertura epica, carica di speranza e gloria. Ma non tralascio le informazioni storiche che do con una voce off dopo il finale.

Da quanto detto sin ora s'evince una forte presenza femminile. Il solo ruolo di Eleonora richiede una ricerca iconica non trascurabile, se pensiamo inoltre che della giudicessa non si hanno delle raffigurazioni o descrizioni fisiche esatte. Ha già un'idea su quale attrice potrebbe impersonarla?

Abbiamo già l'attrice protagonista che è Francesca Neri, la quale ha letto varie stesure del copione e si è detta entusiasta di questo personaggio. Pensi che queste vacanze (estate 2003) ha passato del tempo in Arborea, ha visto i posti, comprato dei libri su Eleonora, ha iniziato ad interessarsi al personaggio in maniera più approfondita. A me lei piace molto, per l'intelligenza e professionalità, ed è chiaro che in un film come questo sbagliare il ruolo principale della protagonista vale a partire con il piede sbagliato. Avevamo un ventaglio di possibilità, non solo sul mercato italiano: Salma Ajek, Penelope Cruz, Franca Potente, Monica Bellucci.

D'altronde la penuria di ruoli forti e principali femminili attira qualsiasi attrice.

Certo, i ruoli femminili da protagonista anche in campo internazionale scarseggiano, non da ultima la Bellucci di L'ultima alba a fianco di Bruce Willis.

Anche se lei ha da poco interpretato Malena di Tornatore.

Sì ma era praticamente muta, e la sua parte non era di spessore, faceva una "donna di facili costumi".

Ha appena detto che la Neri si è addirittura recata sui luoghi della vita di Eleonora. È dunque possibile che la produzione possa girare veramente in Sardegna?

Stiamo appunto lavorando a questo. Speriamo in un appoggio da parte della regione Sardegna con delle agevolazioni, ma se non dovesse giungere alcun aiuto, dovremmo inevitabilmente trovare dei luoghi che possano essere quanto più simili alle caratteristiche dell'isola. Inoltre crediamo che in Sardegna non vi siano dei castelli adatti a restituire la realtà del tempo, quelli medioevali sono per lo più incompleti. La Sardegna ha una luce particolare, e speriamo di poterla "catturare".

Decisi che per un primo incontro si poteva che essere più che soddisfatti della mole di informazioni ed anticipazioni raccolte. Così ringraziai e salutai regista e produttore.
Ora che riscrivo quelle parole spero vivamente in un interessamento della regione, che ricordiamo, non ha ancora una legge ben definita per le sovvenzioni e le agevolazioni alle opere cinematografiche che scelgano il nostro territorio o la nostra storia come luogo e soggetto dei propri film. Inoltre mi permetto di consigliare i "nostri" registi (sardi) a guardare un po' di più la dove si è rivolto Salizzato, perché oltre ad Eleonora d'Arborea la Sardegna vanta personaggi straordinari come il condottiero Amsicora. Infine permettetemi di ringraziare l'amico Francesco T., sia per aver permesso questo incontro, sia per l'appoggio fotografico. Un augurio alla produzione ed alla cinematografia "sarda".
 
 
 
 Associazione Culturale Gemellae

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